images-1

Ipno va in vacanza

IPNO VA IN VACANZA

Articolo a cura della Dott.ssa Psicologa-Psicoterapeuta Marzia Serafin

Morpheus_low-res
L’insonnia comunemente detta è quindi solo uno dei diversi disturbi del sonno, certamente il più frequente e può essere definita come una protratta difficoltà ad iniziare e/o mantenere il sonno, la durata e/o la qualità sono caratterizzate da una percezione soggettiva insoddisfacente. In particolare gli individui insonni lamentano difficoltà all’addormentamento e al mantenimento dello stato di sonno, risvegli precoci al mattino ed un sonno cronicamente non ristoratore. In aggiunta ai sintomi che compaiono durante la notte, possono presentare anche fatica, irritabilità, sonnolenza, disturbi dell’umore e difficoltà di apprendimento/memoria.
È importante ricordare l’esistenza di un ipnotipo che riconosce a ciascun individuo la quantità di sonno necessaria per sentirsi riposati: i “brevi dormitori” hanno bisogno di poche ore di sonno per sentirsi riposati (5 ore o meno), i “normali dormitori” necessitano di circa 8 ore e i  “lungo dormitori” hanno bisogno di un sonno di lunga durata (almeno 10 ore) per sentirsi efficienti per tutta la giornata.
Dalle statistiche ricavate all’interno del “Progetto Morfeo” su un campione di 3200 soggetti adulti, il 64% riportava problemi di insonnia, e tra questi circa il 40% aveva anche sintomi diurni in associazione a quelli notturni. Il disturbo sembra essere maggiormente presente nelle donne rispetto agli uomini e nei pensionati/disoccupati rispetto a coloro che svolgono una regolare attività lavorativa.
Uno dei modelli eziologici più accreditati (Spielman e Glovinsky, 1991) circa l’insorgenza di questo disturbo asserisce che i soggetti che sviluppano insonnia sono caratterizzati da una serie di fattori predisponenti (familiarità, stile cognitivo ipervigile), l’esordio del disturbo sarebbe dovuto all’occorrenza di fattori precipitanti (eventi stressanti, problemi familiari/lavorativi/di salute), mentre il mantenimento sarebbe la conseguenza di fattori perpetuanti (comportamenti e credenze disfunzionali per il sonno). In ogni caso, possiamo distinguere due tipologie di insonnia:
primaria: parliamo di insonnia primaria nel caso in cui l’alterazione del sonno è causata da eccessive preoccupazioni e ansia rispetto al proprio sonno e non dagli effetti fisiologici di una sostanza o di un’altra condizione medica.
secondaria: ovvero legata a cause organiche (ad esempio l’angina pectoris, le malattie reumatiche, le ulcere gastriche, la menopausa, l’iper- e l’ipotiroidismo, le allergie) o psichiche (come l’ansia, la schizofrenia, il disturbo post-traumatico da stress, alla depressione spesso è associata la tendenza a svegliarsi presto la mattina.
E come esistono i cronotipi, quali gufi, allodole e colibrì, possiamo tracciare alcuni identikit dell’insonne:
Iperattivo: non può permettersi di perdere tempo
Dipendente: non può staccarsi da niente, neppure dai pensieri che assillano il momento dell’addormentamento
Razionale: deve passare tutto al vaglio e tutto è sottoposto a censura
Rabbioso: si sveglia per ansia
In generale per il trattamento dei disturbi del sonno si possono seguire le strade farmacologiche, psicoterapeutiche o integrate. Di stretta competenza dello psicologo per quanto riguarda il trattamento cognitivo comportamentale sono le cosiddette insonnie primarie, non causate dai problemi appena citati, che rappresentano il 15% di tutte le forme di insonnia. Sebbene non siano ancora ben chiare le cause dell’insonnia primaria, ci sono sufficienti prove che dimostrano come fattori cognitivi e comportamentali siano determinanti nel mantenimento del disturbo. Ma in tutti i casi la valutazione dell”esperto della psiche è utile, soprattutto per chi deve evitare i famaci come bambini, donne in gravidanza e anziani (Devoto e Violani, 2009).
Bibliografia e sitografia
Devoto A., Violani C. Curare l’insonnia senza farmaci, Roma: Carocci. (2009).
Morin C.M., Espie C.A. (2004). Insonnia. Guida alla valutazione e all’intervento psicologico. Edizione italiana a cura di D. Coradeschi e C. Sica. McGrawHill, Milano.
Spielman, A.J. e Glovinsky, P.B. (1991). The varied nature of insomnia. In: Hauri, P., Case studies in insomnia. Plenum Press, NY.
www.riza.it